Donne al timone. 32 storie di cooperative da raccontare
C’è chi si prende cura del recupero e reinserimento di mamme sole, malati psichici, carcerati o immigrati, chi si occupa di formazione e inserimento occupazionale di giovani e adulti, chi gestisce scuole e centri educativi per ragazzi e disabili, chi realizza e commercializza prodotti di artigianato artistico, chi è attivo nella promozione culturale, nella consulenza aziendale e internazionale, nel credito, chi trasporta merci, chi fa traslochi e pulizie industriali.
Sono alcuni esempi delle 32 esperienze cooperative presiedute da donne imprenditrici che Confcooperative Emilia Romagna ha raccolto nel volume “Donne al timone. 32 storie di cooperative da raccontare”, curato da Elio Pezzi per la collana Idee & Progetti, dal quale emerge tutta la forza del modello cooperativo e delle sue grandi prerogative economiche, sociali e di valorizzazione del territorio. “Le storie proposte – assicura Pierlorenzo Rossi, direttore generale di Confcooperative Emilia Romagna – affermano la vivacità delle imprese cooperative al femminile, che costituiscono un vero e proprio valore aggiunto per il nostro movimento e la cooperazione, ma anche per l’intero mondo del lavoro e la società, sia per l’esemplarità e gli stimoli proposti, sia per il modello d’impresa incentrato su valori di mutualità, leadership partecipativa, impegno sociale e innovazione, che testimoniano come la cooperazione rappresenti uno strumento capace di garantire la massima valorizzazione delle persone”.
A Confcooperative Emilia Romagna aderiscono 292 cooperative a guida femminile, pari al 17,4% del totale, attive in tutte le province della regione (22 a Piacenza, 30 a Parma, 35 a Reggio Emilia, 29 a Modena, 35 a Bologna, 12 a Ferrara, 35 a Ravenna, 72 a Forlì-Cesena e 22 a Rimini), con una base sociale pari a 18.626 soci, di cui l’89,3% donne, mentre i lavoratori ammontano a 17.975 unità, di cui il 71% donne, con un volume d’affari di 670 milioni nel 2015.
Questi ed altri aspetti sono emersi dal convegno di presentazione del volume che si è svolto oggi al Palazzo della Cooperazione di Bologna, sede di Confcooperative Emilia Romagna, con la partecipazione, tra gli altri, di Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Claudia Gatta, presidente regionale della Commissione dirigenti cooperatrici, Giovanna Zago, vicepresidente di Confcooperative e presidente nazionale della Commissione dirigenti cooperatrici, Susanna Zucchelli, direttore di Hera, Franca Cantone, docente d’organizzazione aziendale all’Università Cattolica di Piacenza, ed Emma Petitti, assessore al Bilancio, Riordino istituzionale, Risorse umane e Pari opportunità della Regione Emilia-Romagna.
Aprendo i lavori del convegno, Milza ha riaffermato che “la cooperazione, nonostante la crisi e talune esperienze negative di false cooperative, continua ad essere un modello di buona impresa che crea occupazione, valorizza il territorio, restituisce dignità alle persone”.
“Tutto questo è merito anche delle donne cooperatrici – ha aggiunto Milza – che con coraggio e fiducia in se stesse, nella cooperazione e nel futuro, hanno accettato la sfida di essere imprenditrici, puntando su aspetti, metodi e valori tipicamente cooperativi: dall’attuazione di modelli organizzativi e di leadership partecipative alla realizzazione di start up innovative di prodotti e servizi per persone, famiglie e mercati; dalla messa in opera di progetti capaci di conciliare le esigenze di flessibilità di imprese, lavoratrici e lavoratori alla integrazione sociale e civile di soci-lavoratori e dipendenti di differenti culture; dalla capacità di cambiare modello di business alla valorizzazione della creatività d’impresa per consolidarne la presenza nei mercati o inserirsi in nuovi contesti nazionali e internazionali; dall’impegno per la formazione di giovani e adulti e per il loro inserimento lavorativo allo sviluppo di servizi educativi e scolastici più equi e inclusivi”.
Proprio richiamandosi alle imprese che vedono protagoniste le donne, molte delle quali sono giovani, Claudia Gatta, Susanna Zucchelli e Franca Cantone hanno rimarcato che tali aziende rappresentano un esempio concreto di promozione delle energie e delle competenze, ma anche di valorizzazione del management femminile. Su tali concetti si è soffermata anche Giovanna Zago, secondo la quale “i valori positivi che hanno determinato il successo delle esperienze cooperative guidate dalle donne cooperatrici sono motivo di speranza non soltanto per le donne, ma per ogni tipo d’impresa e non soltanto per quella cooperativa”. “Le imprenditrici – ha aggiunto Zago – sono infatti grandi motivatrici, qualunque sia l’attività che svolgono e di conseguenza rafforzano il ruolo economico e sociale delle imprese stesse, oltre che delle socie lavoratrici”.